L'ACQUA POTABILE

L'ACQUA POTABILE:
Concentrazione degli ioni idrogeno (pH)
Parametro indicatore
Indica la quantità di ioni idrogeno presenti nell'acqua fornendo indicazioni sull'aspetto acido o basico della stessa.
Importante in quanto i processi naturali in soluzione si svolgono generalmente a valori di pH compresi tra 6 e 9. E’ il primo parametro che può evidenziare un eventuale stato di alterazione dell'acqua e

saminata.

Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001 e successive modifiche: il valore deve essere compreso tra 6,5 e 9,5.

Conducibilità elettrica a 20°C
E’ un indice della presenza in acqua di sali minerali disciolti.
La conducibilità dipende dalla temperatura, perciò occorre riportare i valori alla temperatura di riferimento (20°C).
L'acqua ad elevata purezza ha una conducibilità elettrica estremamente bassa. In presenza di sostanze
ionizzate o dissociate si verifica un aumento della conducibilità elettrica proporzionale alla loro
concentrazione. La misura della conducibilità elettrica di un'acqua corrente, pertanto, permette di ottenere una informazione circa il suo grado di mineralizzazione.
Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001: 2500 µS/cm

Residuo fisso
Il residuo fisso è una misura dei sali disciolti nelle acque e deriva principalmente dalla presenza degli ioni sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruro, solfato e bicarbonato.
Le specie che contribuiscono al residuo fisso sono prevalentemente di origine naturale, ma possono derivare anche da attività umane presenti sul territorio.
Studi eseguiti con gruppi di assaggiatori hanno evidenziato che valori elevati di residuo fisso, maggiori di 1000 milligrammi/litro (mg/l), possono rendere l'acqua sgradevole o addirittura inaccettabile al gusto, così come valori estremamente bassi danno la sensazione di un’acqua piatta, insipida.
Il residuo fisso è uno dei parametri più utilizzati per il confronto delle acque di rubinetto con le acque imbottigliate.
Le acque possono essere classificate in base al residuo fisso come segue:
- Minimamente mineralizzate: fino a 50 mg/l
- Oligominerali o leggermente mineralizzate: fino a 500 mg/l
- Mediamente mineralizzate: fra 500 e 1500 mg/l
- Ricche di sali: oltre 1500 mg/l
Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001: è inserito tra i parametri indicatori, con un valore massimo consigliato di 1500 mg/l

Durezza totale
Parametro indicatore del D.Lgs 31/2001
E' una caratteristica naturale dell'acqua, che deriva sostanzialmente dalla presenza in soluzione di ioni calcio Ca++ e magnesio Mg++; è infatti definita come la concentrazione totale di calcio e magnesio, ed è espressa in milligrammi di carbonato di calcio CaCO3 presenti in un litro d'acqua.
L'unità di misura più utilizzata è il Grado Francese (°f), che corrisponde a 10 milligrammi/litro di CaCO3.
Un'altra unità di misura piuttosto diffusa è il Grado Tedesco (°D), legato al grado francese dalla seguente relazione:
1 grado tedesco = 1 grado francese x 0,56
Esistono diversi modi di classificare la durezza delle acque, spesso non coincidenti; la scala seguente può servire come orientamento:
- Acque leggere o dolci: durezza inferiore a 15°f
- Acque mediamente dure: durezza compresa tra 15 e 30°f
- Acque dure: durezza superiore a 30°f
Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001: valore consigliato da 15 a 50°f

Cloruri

Sono gli ioni dell'atomo di cloro. La loro presenza è legata solitamente alla conducibilità dell'acqua ed indica un certo tenore di salinità. Presenti in tutte le acque da quelle minerali a quelle di rubinetto. Il valore limite imposto dalla normativa che regolamenta le acque destinate al consumo umano è di 250 mg/l

Torbidità

Si definisce col termine di torbidità la riduzione della trasparenza di un campione, dovuta alla presenza di sostanze in sospensione. La torbidità rappresenta una misura aspecifica della concentrazione in peso dei solidi sospesi nel campione; non è tuttavia possibile stabilire una correlazione diretta tra queste due variabili, in quanto le proprietà ottiche di una sospensione risultano influenzate, oltre che dalla quantità, anche dalla forma, dalle dimensioni e dall'indice di rifrazione delle particelle sospese, nonchè dalla lunghezza d'onda del raggio incidente

Temperatura
Misura in gradi Centigradi dello stato termico dell’acqua

Azoto ammoniacale
La presenza di azoto ammoniacale nell’acqua può essere indice di inquinamento organico in atto (reflui umani o zootecnici). Le ipotesi vanno comunque confermate con analisi microbiologiche. L’azoto ammoniacale presente nell’acqua può essere anche di origine geologica (terreni torbosi) e quindi non associato ad inquinamento microbiologico.
Nei corsi d’acqua superficiali: la quantità di ioni ammonio (NH4+) è uno dei macrodescrittori usati per definire i diversi livelli d’inquinamento di un corso d’acqua secondo il D.Lgs. 152/99. Nelle acque sotterranee la quantità di ioni ammonio (NH4+) è uno dei parametri di base per definire le classi d’inquinamento chimico delle acque sotterranee secondo il D.Lgs. 152/99.

Azoto nitroso
L’azoto nitroso o nitriti sono il primo composto derivante dalla trasformazione batterica dell’azoto ammoniacale, la loro presenza nell’acqua può quindi indicare inquinamento recente da sostanza organica. Nelle acque sotterranee la quantità di ioni nitrito (NO2-) è uno dei parametri addizionali previsti dal D.Lgs. 152/99 per definire il grado d’inquinamento chimico.

Azoto nitrico
Azoto nitrico o nitrati sono il prodotto finale delle decomposizione microbica dei composti a base di azoto. Poiché non sono trattenuti dal terreno possono essere presenti in grande quantità nelle acque di falda, provenienti dalle concimazioni agricole. Nelle acque di superficie sono presenti per il normale processo di ossidazione a cui sono sottoposti l’azoto ammoniacale e l’azoto nitroso

Fluoruri
Sono derivati del fluoro di provenienza naturale La loro presenza è dovuta alla presenza di composti del fluoro in rocce ignee, granitiche e sedimentarie che, a contatto con l’acqua, ne arricchiscono il contenuto in fluoro.

Bromuri
Presenti naturalmente nelle acqua sono gli anioni del bromo. Di origine naturale non presentano controindicazioni alle concentrazioni espresse in acqua. Non vi sono particolare notizie relativamente alla loro attività sull’uomo se non quella di blando sedativo in campo farmacologico (peraltro non più in uso) ad elevate concentrazioni.
Richiedono specifica attenzione in acque trattate con ozono in quanto portano alla formazione di bromati.

Solfati
I solfati sono composti contenenti zolfo presenti nell’acqua in seguito al suo naturale passaggio attraverso le rocce del sottosuolo. Alcuni dei più comuni solfati che vengono a contatto con l’acqua sono quelli di sodio, magnesio e calcio (il gesso). Il Dlgs n° 31/2001 stabilisce che la quantità di solfati nell’acqua potabile non deve superare i 250 milligrammi per litro. Alte concentrazioni di solfati nelle acque potrebbero derivare da contaminazioni industriali o addirittura dal traffico stradale.

Bromati
I bromati (ione bromato) sono anioni di formula BrO3−, con il bromo in stato di ossidazione +5.
Si forma quando l'ozono e lo ione bromuro vengono a contatto
Questa reazione ha luogo in sistemi acquatici quando il bromuro disciolto in acqua reagisce con l'ozono utilizzato in alcuni impianti per disinfettare l'acqua, specialmente ad alte pressioni; la loro presenza in acqua è indesiderabile e quindi deve essere estremamente bassa o addirittura assente, perché i bromati sono cancerogeni.

Ferro
È un metallo, ed è uno dei principali componenti della crosta terrestre. Può essere presente nell’acqua potabile anche come risultato dell’uso di flocculanti negli impianti di trattamento per la produzione di acqua potabile, o della corrosione delle condotte in acciaio e ghisa durante la distribuzione dell’acqua. Il ferro è considerato un elemento indesiderabile, in quanto già una concentrazione di circa 0,3 mg/L conferisce all’acqua una colorazione giallina e un sapore sgradevole (metallico), pur non presentando elevata tossicità per l’organismo umano. Il valore limite imposto dal d.lgs. sulle acque destinate al comsumo umano è di 200 µg/L.

Arsenico
È un metalloide ampiamente distribuito nella crosta terrestre; è presente nei corpi idrici a causa del naturale fenomeno di erosione e solubilizzazione delle rocce provocato dall’acqua piovana che percola nel terreno e raggiunge la falda. Il valore di parametro per l’acqua potabile è stato ora stabilito in 10 µg/L per la sua elevata tossicità.

Batteri Coliformi a 37°C
In questo gruppo sono incluse specie di origine ambientale e specie di origine fecale come le Enterobatteriacee. La loro assenza è indice di qualità e di efficienza di trattamento dell’acqua.

Escherichia coli
Considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come l’indicatore primario dell’inquinamento fecale essendo esclusivo del tratto gastrointestinale dell’uomo e animali a sangue caldo. Devono essere assenti nelle acque destinate al consumo umano.

Enterococchi
Dal gruppo dei microorganismi Streptococchi che comprende “streptococchi fecali, enterococchi, enterococchi intestinali” sono stati individuati in base alle loro caratteristiche genotipiche-fisiologiche le specie appartenenti al Genere Enterococcus di origine fecale o intestinale che soddisfano i particolari requisiti microbiologici. Devono essere assenti nelle acque destinate al consumo umano.

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